LA CAPITOZZATURA, se la conosci, la eviti.

Questa mattina abbiamo letto un paragrafo molto carino, scritto da un collega a proposito della potatura degli alberi; lui paragona l’albero all’uomo. Credo ci siano centinaia di interpretazioni per questo paragone, ma il collega analizza quella che possiamo definire più fisica.

“Paragonate il vostro corpo a quello di un albero, i rami sono gli arti, la punta è la testa. Se abbiamo le verruche alle mani, asportiamo le verruche o tagliamo il braccio? L’albero è come noi, non ricresce il braccio e non avremo più quel ramo. Noi possiamo mettere una protesi, l’albero se non si ammala, sul moncone farà crescere tanti rametti innaturali diventando sempre più simile ad uno spaventapasseri.”

Sappiamo al giorno d’oggi che gli alberi non sono tutti uguali, sappiamo che sono forme di vita intelligenti e che hanno bisogno di rispetto e cura. In un ambiente non antropizzato un albero nasce, cresce, raggiunge la maturità, decade e successivamente muore in assoluta autonomia, adattandosi ed eventualmente reagendo ai diversi eventi che incontra durante la sua lunga esistenza. Il problema della potatura dell’albero, si pone quando lo stesso cresce in ambiente urbano, in convivenza con l’uomo.

La riduzione delle dimensioni è il motivo più frequente per cui si potano gli alberi di città; e sono troppo alti, ingombranti, con rami sporgenti, che degradano le pavimentazioni con le radici, etc..

Ultimamente però più che di potatura, si sente parlare di capitozzatura.

CHE COS’E’ LA CAPITOZZATURA?

Capitozzatura

E’ l’indiscriminato taglio del fusto e delle branche primarie di un esemplare; è un taglio di accorciamento molto pericoloso per la salute della pianta; è, probabilmente, la più dannosa pratica di potatura conosciuta.

Possiamo affermare con certezza che NON è un metodo praticabile di contenimento e certamente NON riduce il pericolo di rottura o di schianto e sicuramente nel lungo periodo, rende l’albero più pericoloso, lo indebolisce e lo rende irrimediabilmente più brutto.

La chioma di un albero generalmente è costituita da un sistema di rami primari e secondari che consentono di sorreggere la massa fogliare e di resistere ai carichi statici e dinamici come neve e vento, convogliando pesi e vibrazioni lungo il fusto fino alle radici. Le foglie, di cui è formata una chioma, tra l’altro, garantiscono funzioni fondamentali per la vita della pianta come la fotosintesi. La capitozzatura può comportare la rimozione di oltre il 50% della chioma di un albero e nei casi più eccessivi anche il 100%.

Eliminando le foglie, andiamo a togliere gli organi tramite i quali l’albero produce il proprio nutrimento e lo lasciamo senza l’energia necessaria per alimentarsi. Se un’esemplare non possiede l’energia di riserva sufficiente a creare rapidamente una nuova chioma resterà gravemente danneggiato e rischierà di morire.  

La mancanza di foglie attiva un meccanismo di sopravvivenza col quale la pianta “sveglia” le gemme latenti forzando la rapida crescita di germogli attorno ad ogni taglio. Questi germogli daranno luogo a nuove ramificazioni che, a differenza delle normali branche che si sviluppano in una cavità di tessuti sovrapposti, saranno ancorate solamente agli strati più superficiali della branca genitrice. Questi rami cresciuti velocemente saranno predisposti alla rottura rendendo la pianta pericolosa;

Inoltre un albero capitozzato è vulnerabile agli insetti e ai funghi, infatti i tagli operati con mancata o parziale cicatrizzazione della ferita, consentono un facile accesso alle parti interne dell’albero causandone il degradamento, provocando cavità e rendendo instabile la struttura.

Gli alberi hanno una moltitudine di forme e dimensioni finalizzate fondamentalmente ad una ottimale ricezione della radiazione solare nelle diverse condizioni. Il risultato è l’innumerevole varietà di architetture che definiscono l’identità di ogni specie arborea e che costituiscono il carattere fondamentale della bellezza di ogni albero. I tagli drastici annientano la naturale forma biologica dell’albero lasciando spazio a forme mozzate e poco armoniose senza la possibilità di fare ritorno all’architettura originale.

Come se non bastasse, la capitozzatura non si limita all’intervento in sé, ma nel caso l’albero sopravviva ai vari attacchi, richiederà entro pochi anni una nuova potatura. I nuovi rami, sottili, lunghi e con connessioni precarie, saranno soggetti alle intemperie e sarà necessario rimuoverli per evitare danni a cosa o persone. Nel caso l’albero muoia, invece, andrà rimosso; quindi oltre al danno, la capitozzatura implica anche una serie di costi di manutenzione maggiori rispetto ad una potatura corretta.

E per quanto riguarda il luogo nel quale si trova questo esemplare? Con una capitozzatura, anche la proprietà interessata subirà una riduzione del valore, al contrario invece di una proprietà con alberi sani e potati accuratamente, che vedrà il suo valore incrementato fino al 20%.

Al giorno d’oggi sappiamo bene che l’esigenza di ridimensionare in altezza e larghezza la chioma di un albero deriva unicamente dall’errore originario nella scelta del sito o della specie dell’albero da impiantare. Se un albero deve necessariamente essere ridotto per motivi di spazio, è possibile intervenire con le moderne tecniche di potatura che tendono a mantenere intatta l’armonia dell’esemplare curando ogni aspetto.

Per quanto invece riguarda i nuovi impianti, l’unica soluzione possibile è una attenta progettazione degli spazi verdi per evitare di dover ricorrere in futuro ad interventi straordinari costosi e traumatici per la pianta sia in ambito privato che pubblico!